lunedì 4 giugno 2012

La giornata no

La giornata no inizia come una qualsiasi giornata se non fosse per quella sensazione "che c'è qualcosa che non va". Ma cerchi di far finta di niente perché in fondo sei una persona positiva. La giornata no si insinua lentamente nella tua giornata tipo e quando ne prendi atto ci sei fino al collo. La mia e iniziata dopo una notte insonne con la piccola che aveva la tosse, con le uniche ore di sonno dedicate a sognare Hannibal che mi voleva mangiare (non sto scherzando, sono da psicoterapia e lo so)e continua con la grande che torna da scuola con le mani piene di bolle (non può essere il mani-piedi-bocca, l'ha già avuto...e invece...)Aggiungi un kilo di senso di colpa perché il tuo compagno torna a casa e ti trova semi catatonica sulla poltrona con le bimbe piazzate davanti alla tv perché "almeno cosi stanno buone mezz'ora". Poi finisce con me che scrivo su un blog che avevo aperto quando la mia vita era un'altra. Scrivo dall'Iphone e mi si addormentano le dita. E intanto la piccina ha ricominciato a tossire.

martedì 20 aprile 2010

E' sempre la solita storia

Da quando il mondo è mondo, è sempre la solita storia. Io ci ho provato (questo messaggio è indirizzato al mio compagno), giuro che ci ho provato a lasciare la "posta di sconsy" e concentrare la mia attenzione su argomenti più "produttivi"; ma proprio non ce la faccio (fine del messaggio indirizzato al mio compagno). Dopo un colloquio illuminante con Sam (una delle mie migliori amiche), ho capito che non potrò mai lasciar perdere questo blog, perchè rispecchia una problematica che esiste da sempre. Noi non ci capiamo, che gli uomini e le donne parlino lingue diverse è un concetto accettato, ma noi, donne non riusciamo a darci per vinte, abbiamo perso grazie alle lotte di chi c'è stata prima di noi, l'accondiscendenza, lo spirito del sacrificio che forse faceva tirare avanti le nostre antenate, relegate in cucina o davanti il camino a far la maglia, mentre gli uomini combattevano guerre tanto inutili prima come lo sono oggi.
Abbiamo perso la rassegnazione e non riusciamo a trovare soddisfazione nello stereotipo fermo a 100 anni fa. Siamo delle insoddisfatte croniche. Voi non ve ne accorgete, di questo sono più che sicura. E' vero che oggi lavoriamo quanto voi (prendendo un 30 % in meno e vedendoci precluse le cariche più alte per mancanza di "membro) -fuori casa- e pure continuiamo a lavorare dentro casa. Siamo ancora le massaie, gli angeli del focolare, le madri premurose. E ancora oggi, che siamo una società "evoluta", un uomo che si stira le camicie viene visto come "oooohhhhh" (seguito dal commento, ma non ha una moglie?). Che dire care amiche che mi leggete, io non ce la faccio proprio. Sono diventata una femminista New Age se mi lasciate passare i due termini avendo pietà della mia ignoranza su certi argomenti. Io non ce la faccio a stare zitta. Voglio dire ciò che penso, voglio dire che non sono d'accordo, che il nostro silenzio non è un tacito consenso, ma sono migliaia di idee intasate in testa dal senso di impotenza verso chi si sente più forte di noi e non ci ascolta, di chi si sente che tutto gli è dovuto.
Sono sicura che sono stata "quasi miracolata" a trovare l'uomo che è diventato il mio compagno di vita e che mi chiede soltanto di essere me stessa (anche se a volte riconosco di stressarlo un pò troppo). Ma sono anche sicura che non tutte le volte è così, e che noi riusciamo a tirare fuori il buono da ogni situazione. Siano mariti, padri, fratelli, capi, colleghi, sono vittime anche loro di uno schema di società che non può più essere al pari con i tempi. C'è qualcosa che deve cambiare. Io in tanto ho deciso di dire la mia.
A presto ragazze.

mercoledì 14 aprile 2010

Io non so

Io non lo so perchè scrivo, scrivo per me? per voi? per cosa?. So solo che quando scrivo mi sento proprio bene, come se qualcosa dentro di me si aprisse e lasciasse uscire quelle cose che a suo tempo ho trattenuto per "cortesia", "per non offendere", per vigliaccheria sopratutto verso me stessa.
Io voglio scrivere e ora che ho il tempo per farlo non mi sento più alla altezza, perchè sono disoccupata e mi sento poco più di nulla, un peso, ma chi me le ha messe in testa queste idee?. Se voglio comprare qualcosa, prima di tutto penso a che direbbe lui. Ma lui non dice nulla e tra un pò diventa anche santo. Si, sono tutte s...e mentali, ma come faccio a liberarmene?

giovedì 25 febbraio 2010

Gli uomini ragionano a “senso unico”

Quante volte abbiamo investito ore della nostra impegnatissima vita di donna-mamma-lavoratrice-tuttofare per cercare una risposta ai nostri perché?. Perché lo fa?, perché non mi ascolta? Perché non mi dice piu che sono bella? Perché lascia i calzini sporchi in giro? Perché non porta mai via di propria iniziativa la spazzatura? Percheeeeeee????
Anch’io ho passato alcune notti insonni (per i perché più tosti…. Il mio tormentone è: perché non mi ascolta?) e ho passato serate a sbuffare cercando di far capire il mio disagio a questo essere talmente semplice che il mio disagio, talmente strutturato, non lo capirà mai.
Oggi ho avuto una rivelazione, un’illuminazione, che spero rimanga nella mia memoria nei momenti critici. Il mio Mr.X mi ha fatto capire (mentre rideva e a me cadevano le lacrime e le braccia) che per lui un asciugamano serve per asciugarsi e basta (fin qui avevo capito anch’io, ma entriamo nella complessità del discorso di quest’essere semplice).
Un asciugamano serve per asciugarsi indipendentemente dell’uso che se ne è fatto prima, vale a dire, lo stesso asciugamano è valido per asciugare qualsiasi cosa in qualunque momento. E la durata della vita di un asciugamano è uguale alla sua permanenza in bagno, quindi finchè c’e si adopera, senza guardare in che condizioni è, se profuma ancora di ammorbidente o di qualcos’altro.
E’ una spiegazione semplice la sua e io sono rimasta senza parole, non ho saputo cosa dire, anche se mi venivano in mente un po’ di idee sull’igiene domestica (e dire che io non sono mai stata la casalinga d’oro!), alla fine gli ho promesso un asciugamano tutto per se, da usare come e quando vuole.
Ma se pensiamo che con questa logica affrontano tutte le problematiche (l’80 % delle nostre, secondo il loro parere non sono tali) allora, forse qualche spiraglio di luce si può intravedere. Forse, se riescono veramente a usare lo stesso asciugamano per mesi, vuol dire che hanno bisogno della mano materna che lo prende e lo butta in lavatrice? Vuol dire che lo fanno perche sono uomini e basta? Vuol dire che questi perché che ci tormentano in realtà esistono perche esistiamo noi, femmine complesse che non possiamo fare a meno di usare un asciugamano per il viso, uno per il corpo e così via?

martedì 24 novembre 2009

CHIEDO SCUSA

Care amiche vi chiedo scusa perchè vi ho abbandonate, sono stati mesi difficili e l'ispirazione mi era sparita... non so come avete fatto tutto questo tempo senza di me, non succederà più.

Sedotte e abbandonate.

Il titolo non è per nulla invitante, lo so, e trovarsi dentro questa classificazione non è bello. Ma chi puo dire che non le sia mai capitato di essere stata sedotta, abbagliata e poi come ha detto il saggio anonimo puffete! Scomparso, smarrito, perso! Quello che sembrava essere l’uomo per noi, che avrebbe fatto di tutto per averci…sembra che sia stato inghiottito dalla terra, sequestrato da un UFO. Insomma, non si fa più vivo. E forse era meglio così, perché ovviamente a tutte noi viene da chiederci il perché, una minima spiegazione ce la devi, invece no, questa non sarà mai spontanea, e noi cominciamo lentamente a roderci dentro, a macinare le più svariate ipotesi sul perché. Io ancora non l’ho scoperto, ma ho sentito delle belle storielle.

1) Io non sono pronto. Aiuto! Pronto per cosa??? Non è mica un esame di laurea, non è la maratona di New York, dovevi solo prendere un caffè con me…e non sei pronto????????
2) Ho paura di impegnarmi. MAH! Ripeto: SOLO UN CAFFE’ mica volevo sposarmi.
3) Tu non mi capisci. Visto i precedenti no, non capisco. Se provi a parlare forse l’è meglio.
4) Ho dei problemi. Dato il tuo comportamento, hai ragione, HAI DEI SERI PROBLEMI
Continua…

ECCOMI

Care amiche, come state? E' da tanto che non ci sentiamo, ci siete ancora?