martedì 20 aprile 2010

E' sempre la solita storia

Da quando il mondo è mondo, è sempre la solita storia. Io ci ho provato (questo messaggio è indirizzato al mio compagno), giuro che ci ho provato a lasciare la "posta di sconsy" e concentrare la mia attenzione su argomenti più "produttivi"; ma proprio non ce la faccio (fine del messaggio indirizzato al mio compagno). Dopo un colloquio illuminante con Sam (una delle mie migliori amiche), ho capito che non potrò mai lasciar perdere questo blog, perchè rispecchia una problematica che esiste da sempre. Noi non ci capiamo, che gli uomini e le donne parlino lingue diverse è un concetto accettato, ma noi, donne non riusciamo a darci per vinte, abbiamo perso grazie alle lotte di chi c'è stata prima di noi, l'accondiscendenza, lo spirito del sacrificio che forse faceva tirare avanti le nostre antenate, relegate in cucina o davanti il camino a far la maglia, mentre gli uomini combattevano guerre tanto inutili prima come lo sono oggi.
Abbiamo perso la rassegnazione e non riusciamo a trovare soddisfazione nello stereotipo fermo a 100 anni fa. Siamo delle insoddisfatte croniche. Voi non ve ne accorgete, di questo sono più che sicura. E' vero che oggi lavoriamo quanto voi (prendendo un 30 % in meno e vedendoci precluse le cariche più alte per mancanza di "membro) -fuori casa- e pure continuiamo a lavorare dentro casa. Siamo ancora le massaie, gli angeli del focolare, le madri premurose. E ancora oggi, che siamo una società "evoluta", un uomo che si stira le camicie viene visto come "oooohhhhh" (seguito dal commento, ma non ha una moglie?). Che dire care amiche che mi leggete, io non ce la faccio proprio. Sono diventata una femminista New Age se mi lasciate passare i due termini avendo pietà della mia ignoranza su certi argomenti. Io non ce la faccio a stare zitta. Voglio dire ciò che penso, voglio dire che non sono d'accordo, che il nostro silenzio non è un tacito consenso, ma sono migliaia di idee intasate in testa dal senso di impotenza verso chi si sente più forte di noi e non ci ascolta, di chi si sente che tutto gli è dovuto.
Sono sicura che sono stata "quasi miracolata" a trovare l'uomo che è diventato il mio compagno di vita e che mi chiede soltanto di essere me stessa (anche se a volte riconosco di stressarlo un pò troppo). Ma sono anche sicura che non tutte le volte è così, e che noi riusciamo a tirare fuori il buono da ogni situazione. Siano mariti, padri, fratelli, capi, colleghi, sono vittime anche loro di uno schema di società che non può più essere al pari con i tempi. C'è qualcosa che deve cambiare. Io in tanto ho deciso di dire la mia.
A presto ragazze.

mercoledì 14 aprile 2010

Io non so

Io non lo so perchè scrivo, scrivo per me? per voi? per cosa?. So solo che quando scrivo mi sento proprio bene, come se qualcosa dentro di me si aprisse e lasciasse uscire quelle cose che a suo tempo ho trattenuto per "cortesia", "per non offendere", per vigliaccheria sopratutto verso me stessa.
Io voglio scrivere e ora che ho il tempo per farlo non mi sento più alla altezza, perchè sono disoccupata e mi sento poco più di nulla, un peso, ma chi me le ha messe in testa queste idee?. Se voglio comprare qualcosa, prima di tutto penso a che direbbe lui. Ma lui non dice nulla e tra un pò diventa anche santo. Si, sono tutte s...e mentali, ma come faccio a liberarmene?